Adok, un approccio design oriented e sostenibilità ambientale
Standardizzazione della progettualità significa razionalità dal primo all’ultimo dettaglio, che si concretizza attraverso un uso virtuoso della materia, in ottica di circolarità. Sostenibilità significa anche adattabilità, concetto che nel mondo dell’arredo e del design trova coniugazione con trasformabilità: mission del brand è infatti sviluppare ambienti flessibili e prodotti modulari, capaci quindi di adattarsi alle esigenze di chi li utilizza nel presente, ma anche agli eventuali bisogni in divenire. È infatti una progettualità di arredo che testimonia l’attenzione dell’azienda nell’implementazione di politiche volte alla sostenibilità d’impresa.
Andiamo a scoprire come si realizza concretamente questo approccio.
Uso sostenibile del legno
Adok è un brand in cui viene impiegata materia prima proveniente da legno post consumo (riciclato) e da foreste gestite responsabilmente. In particolare, per quest’ultimo aspetto Adok risulta essere anche espressione di un contributo allo sviluppo e alla protezione del patrimonio forestale del Pianeta, garantito da precisi standard internazionali come ad esempio la certificazione FSC®: Forest Stewardship Council®.
L’organizzazione internazionale Forest Stewardship Council® è una ONG, indipendente e senza scopo di lucro, che si impegna nel promuovere in tutto il mondo una gestione delle risorse forestali, rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile. Pertanto, lo standard FSC® è a garanzia delle filiere legno-carta costituite solo da processi di produzione, gestione e consumo di materiali di origine forestale responsabile, tali da combinare in modo equilibrato interessi ambientali, sociali ed economici, volti ad un uso maggiormente sostenibile delle risorse del pianeta.
Scopri come FSC® contribuisce ad assicurare la sostenibilità degli arredi:
Circolarità delle materie prime
Sostenibilità significa anche (e soprattutto) economia circolare. Quello che in passato era considerato un semplice scarto o un rifiuto a perdere oggi può diventare nuovamente una risorsa. Adok si impegna a onorare il ciclo virtuoso delle materie prime derivanti da legno post consumo: infatti, al legno proveniente dalle foreste gestite in modo responsabile si affianca una quota di regno riciclato di alta qualità, utilizzato per realizzare pannelli truciolari nobilitati con i quali viene appunto prodotto Adok.
E una volta che un mobile è giunto a fine vita? Buttarlo è fuori discussione. Tutti i complementi Adok possono essere infatti recuperati e riutilizzati per dar vita a nuovi arredi, contribuendo così alla salvaguardia delle risorse naturali.
Ambienti domestici salubri
L’inquinamento indoor è un killer silenzioso. Pensiamo allo smog fuori dalla finestra senza tenere mai in considerazione tutte le sostanze che peggiorano la qualità dell’aria all’interno delle nostre case. I responsabili della cattiva qualità dell’aria interna sono molti, e tra questi figurano anche la formaldeide e di Composti Organici Volatili che, spesso, si originano proprio dai mobili dell’arredamento casalingo.
Negli arredi Adok, realizzati grazie all’uso dei pannelli Carb P2 (in accordo ai regolamenti statunitensi CARB ATCM Phase II /U.S. EPA TSCA Title VI), valori di formaldeide emessa risultano inferiori ai limiti imposti dalle normative europee. riducendo così l’impatto di esposizione in ambienti interni e migliorandone la qualità dell’aria.
Inoltre per le parti laccate, Adok utilizza vernici all’acqua certificate in classe di emissione A+ (è una delle più importanti certificazioni: indica il più basso livello previsto di emissioni indoor di sostanze dannose).
Adok combatte l’inquinamento sia fra le mura domestiche che negli ambienti della sua produzione, salvaguardando la salute sia dei lavoratori che degli utenti finali.
Rispetto dei lavoratori
Adok è anche forma progettuale di una cultura d’impresa che coniuga virtuosamente all’interno del contesto della sostenibilità le tematiche ambientali con gli aspetti sociali e di responsabilità d’impresa.
In primis il rispetto dei diritti dei lavoratori, l’inclusività, il rispetto dell’ambiente e l’impegno sociale che si integrano e completano grazie anche all’adozione da parte dell’azienda di un Codice Etico (in accordo al Decreto Legislativo 231 del 2001). Esso contiene non solo i diritti, doveri e responsabilità della stessa nei confronti degli stakeholders (dipendenti, fornitori, clienti, ecc), che, assieme alle politiche di governance aziendale, ma anche dell’uguaglianza fra i lavoratori della tutela della vulnerabilità, dell’inclusione sociale e della salute e la sicurezza sul posto di lavoro.
Questo per dire che la parola “sostenibilità” racchiude un universo composto da molteplici sfaccettature: l’impatto ambientale oggi non può infatti essere svincolato da quello sociale ed economico.
Solo così è possibile dar vita a un’impresa solida che, nella strada verso il successo, gratifica i propri lavoratori senza compromettere l’ambiente.
È questo, in fondo, il significato del titolo di questo articolo: quando la sostenibilità è nella storia delle persone, e le persone nella storia del mondo.